Cancellare il Memorandum Italia Libia | Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo

Il documento approvato da tutti i firmatari della Convenzione

Il FLAG è entrato a far parte di un gruppo di attori che vivono e lavorano nel Mediterraneo firmando la Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo. Quel gruppo di attori sta portando avanti dialoghi e discussioni che si concretizzeranno in progetti e partenariati con al centro il mar Mediterraneo. Ma non solo: si affrontano insieme le criticità. Una di queste è rappresentata dal Memorandum di intesa Italia Libia. Tutti i firmatari chiedono a gran voce la sua cancellazione. Qui il testo condiviso: 

La Convenzione dei diritti nel Mediterraneo, comunita? di oltre cento associazioni e persone di 20 Paesi del Mediterraneo, chiede la cancellazione del Memorandum e del finanziamento alla cosiddetta guardia costiera libica.

Il 2 novembre e? il termine ultimo per cancellare il vergognoso Memorandum di intesa Italia Libia (MoU), nel quale l'Italia si impegna ad addestrare e sostenere la cosiddetta Guardia costiera libica.

L’Unione Europea e i suoi stati membri devono sospendere ogni forma di cooperazione che contribuisca a trattenere migranti e rifugiati in Libia e a far subire loro violazioni dei diritti umani. Chiediamo, al contrario, che si dedichino all’apertura di percorsi legali urgentemente necessari per le migliaia di persone intrappolate in Libia e di una accoglienza umana e dignitosa.

Occorre sostituire le forme di cooperazione con altre misure per accrescere la disponibilita? di accessi sicuri e legali e dotarsi di un sistema di gestione degli sbarchi che assicuri il coordinamento tra diversi governi e sia legato a un meccanismo di redistribuzione. Se quest’anno passera? alla storia per la guerra in Ucraina e l'importante apertura europea ai rifugiati in fuga da quel Paese, dobbiamo fare in modo che questa apertura offra spiragli di cambiamento anche ad altre umanita?, come quelle che tanti governi stanno cercando di dimenticare dall’altra parte del Mediterraneo.

Non e? possibile pensare a una riforma del sistema del Memorandum e alcuna misura di “mitigazione” dei suoi effetti fin qui sperimentata puo? essere considerata efficace. Occorre sospendere ogni forma di cooperazione con le autorita? libiche che consentono di commettere crimini contro l’umanita?, garantire a tutte le persone il diritto di uscire dal proprio Paese e dal Paese in cui subiscono violazioni per cercare protezione. ed il diritto di essere accolte con dignita? in un Paese europeo.

Negli ultimi cinque anni sono state oltre 85.000 le persone intercettate in mare e riportate in Libia: uomini, donne e bambini andati incontro alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni illegali

Sono intrappolati in un paese devastato dal conflitto, dove l’illegalita? e l’impunita? dovute alla instabilita?, consentono
alle bande criminali di prosperare. Molti, temendo per la propria vita e non avendo una via d’uscita sicura e legale dal Paese, tentano di raggiungere l’Europa su fragili barche. Sempre piu? persone vengono fermate e riportate in Libia, a seguito delle misure messe in atto dai governi europei per chiudere la rotta marittima e contenere le persone in un paese non sicuro.

Frontex, l'agenzia europea incaricata della sicurezza delle frontiere esterne, agisce illegalmente, segnalando anche in ZONE SAR maltesi ed italiane le imbarcazioni dei migranti, che vengono riportati in Libia, venduti come schiavi a bande criminali e messi in campi di concentramento in condizioni disumane.

La societa? civile libica fa tutto il possibile per aiutare i migranti e denunciare lo stato inumano in cui sono detenuti, e nonostante le scuse del vicepresidente Moussa Al-Koni ai migranti per tutto cio? a cui sono esposti in Libia a causa dell'incapacita? dello Stato di realizzare stabilita? e la sua mossa per ristrutturare l'Agenzia anti-immigrazione illegale (verso le riforme), le condizioni dei migranti in Libia non sono cambiate

Papa Francesco ad un gruppo di migranti incontrati a Nicosia disse: «Guardando voi penso a tanti che sono dovuti tornare indietro perche? sono stati respinti. Ed e? cosi? che tante persone sono finite nei lager. Dei veri lager. Le donne vengono vendute, gli uomini torturati. Noi ci lamentiamo quando leggiamo le storie dei lager dei secolo scorso, dei campi di concentramento dei nazisti, oppure ai lager di Stalin, ma e? quello che sta accadendo anche oggi sulle coste qui vicine. Io ho visto alcune testimonianze filmate di questi posti di tortura, dove viene venduta la gente. E questo lo dico perche? e? mia responsabilita? aiutare ad aprire gli occhi».

La maggior parte dei rifugiati e dei migranti in Libia proviene dall’Africa subsahariana e settentrionale, mentre un numero minore proviene dall’Asia e dal Medio Oriente. I motivi per cui hanno lasciato i loro paesi d’origine sono vari. Alcuni sono fuggiti a causa di guerre, carestie o persecuzioni. Altri sono partiti in cerca di una migliore istruzione o opportunita? di lavoro.
Il cambiamento climatico, la desertificazione, la siccita? li condanna a morte certa. Chi puo? cerca la salvezza attraverso la fuga.
Cio? che li accomuna tutti e? il desiderio di vivere in sicurezza e dignita?.
Il Mediterraneo torni ad essere un mare di vita, di pace, di liberta?, di giustizia.

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